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mercoledì 9 novembre 2016

Blog Tour: "25 grammi di felicità" di Massimo Vacchetta e Antonella Tomaselli


Salve a tutti miei cari Lettori,
era da un po' di tempo che non vi intrattenevo con un bel Blog Tour.
Eccomi qui, quindi, con un nuovo evento a tappe dedicato al libro "25 grammi di felicità" (non è un titolo stupendo!).
Oggi, ho il grande piacere di aprire questo ricciosissimo Blog Tour, le cui successive tappe potete vedere nell'immagine qui sotto (non perdetevene nemmeno una! Sono tutte super interessanti!).


Come avrete visto, questa prima tappa è dedicata all'incipit. 
Prima di lasciarvi leggere un piccolo estratto dal libro, preso dalle prime pagine del primo capitolo, voglio però svelarvi qualcosa di più sul volume in questione.
Innanzitutto è una storia vera, il protagonista del libro è Massimo Vacchetta, un veterinario la cui storia leggerete in questo libro. 

- 25 grammi di felicità -
Massimo Vacchetta e Antonella Tomaselli 

Edito da Sperling & Kupfer
Pagine 125
Prezzo cartaceo 17,00 EURO
Prezzo ebook 9,99 EURO
Genere: Biografie

«Ma perché lo fai? Cosa ti rendono i ricci?» «Mi rendono felice.»

«Te ne potresti occupare tu per questi due giorni?» Inizia più o meno così l'amicizia tra Massimo, veterinario specializzato nei bovini, e un riccetto orfano. Il cucciolo ha pochi giorni, è tutto rosa, e ha sul dorso una corona di aculei bianchi e morbidi, un po' scomposti. Pesa solo 25 grammi e pigola piano: ha fame, o freddo, o forse si sente solo. Un pianto tanto disperato che scalfisce la corazza di abitudini e apatia che Massimo si è costruito. È così che Ninna – sì, perché il riccetto spettinato si rivela una femmina – stravolge la sua vita con la forza della sua personalità. È curiosa e appena «annusa» novità si affaccia dal suo rifugio; è giocherellona, e si diverte a rovesciare con il naso la ciotola dell'acqua; è affettuosa e lo lecca pazza di gioia dopo una lunga assenza. Però è anche un animale selvatico e reclama la sua libertà: la gabbia le va sempre più stretta e la sua felicità è fuori nei boschi… In questo libro, Massimo Vacchetta racconta lo straordinario incontro che lo ha aiutato a uscire da un periodo buio e gli ha dato un nuovo scopo: creare un centro di recupero per i ricci, una specie minacciata dalla nostra disattenzione, e aiutare gli esemplari in difficoltà. Come Trilly l'impenitente dongiovanni, o la fragile Lisa che ha conquistato tutti con il suo sguardo, o Zoe che ha saputo resistere a ogni colpo. Animaletti feriti, maltrattati, indifesi, ma in grado di trasmettere una grande voglia di vivere.


MAGGIO 2013. Imperversava una primavera piena. Che però mi passava accanto. O, un poco sbiadita nei colori e nei profumi, sembrava camminare altrove. Non la vedevo, preso dalle mie inquietudini.
Dentro di me, bruciava un'urgenza di cambiamento.
La voglia di rincorrere sogni, ancora non era spenta.
Nonostante tutto. Malgrado le ferite ricevute e la battaglie perse.
Scostai i capelli dalla fronte, come per scacciare quei pensieri severi, e mi infilai nella stanza guardaroba.
Scelsi, abbinando i colori con meticolosa cura, un paio di pantaloni, un pullover leggero a collo alto, una giacca sfoderata, scarpe, calze. Aggiunsi un orologio piuttosto vistoso. Vestito di tutto punto, controllai allo specchio.
Quello grande. Tutto ok, fin nei minimi dettagli. Entrai nel soggiorno. Lei, Greta, era lì. Raggomitolata sul divano. Alzò gli occhi dal tablet.
<< Stai bene vestito così  >>, esclamò compiaciuta.
Mentre mi guardava si spense quella sua espressione leggera. << I tuoi occhi però sono sempre sfumati di malinconia. Anche quando sorridi ... >> continuò quasi in un sussurro.
Accennai un mezzo sospiro, in risposta.
<< Torno presto >>, le dissi e, prese le chiavi dell'auto, uscii. Guidai piano nel traffico, mentre di nuovo nella mente si alternavano e si aggrovigliavano sensazioni e riflessioni. Ero insoddisfatto del mio lavoro, e della mia vita. Mi sembrava di brancolare in una oscurità vuota, senza alcun orientamento. Che mi desse quella voglia di vivere di cui avevo sete. Greta mi spingeva, credendo di aiutarmi. Ma io non volevo prendere le direzioni che mi suggeriva. Erano sue. Non mie.
Quando finii il liceo - a quei tempi non la conoscevo ancora - decisi di diventare veterinario. Sembrò a tutte le persone che mi stavano intorno - anche a me - una scelta casuale. Ma non lo fu. Realizzai solo più tardi che aveva radici lontane. Nella mia infanzia. O forse il desiderio di aiutare gli animali era nato con me. Chissà.
Tuttavia, dopo anni di quel lavoro mi trovavo lì, con qualcosa che non mi andava più bene. Con qualcosa che mi mancava. Una grossa assenza di cui avvertivo il peso senza conoscerne il nome.
Greta, pragmatica, insisteva: << Prova a fare altro. Per esempio potresti interessarti di piccoli animali. Cani, gatti. Tutti quelli da compagnia. Sai che guadagneresti un sacco di più? E devi pensare alla pensione. Una pensione integrativa. O una assicurazione >>. Mi sembrava di avere accanto mio
padre: fai questo, fai quello. Ma io non ero e non sono così. Sono l'opposto di uno che si programma la vita. Non era il mio stile. Non mi ci vedevo chiuso in un ambulatorio tra vaccinazioni e microchip.
Ero abituato a situazioni diverse, senz'altro più estreme.
Eppure.
Eppure, pressato anche da lei, avevo cominciato a lavorare in due ambulatori per piccoli animali. Solo un paio di volte alla settimana. Ne stavo giusto raggiungendo uno. Dovevo sostituire Andrea, il titolare, per tutto il week-end. Quando arrivai, dopo i saluti, lui diede avvio alle consegne. Mi spiegò ogni cosa da fare, mentre ci scambiavamo battute scherzose su di noi e sul lavoro. Prima che ci congedassimo mi mostrò una scatola. All'interno c'era un animaletto. Era molto piccolo.
<< E' un cucciolo di riccio >>, mi disse.
Guardavo con curiosità quell'esserino.
<<L'ha trovato una signora. Nel suo giardino. E' un orfanello. Me l'ha portato perché non sapeva come prendersene cura >>, continuò Andrea.
Il riccetto aveva gli occhi ancora chiusi. E tutta la pelle rosa, senza peli. Gli aculei erano bianchi e morbidi, un po' scomposti. Si alzavano giusto dietro le sue piccolissime orecchie e proseguivano rivestendo tutto il dorso.
<< E' nato forse da due o tre giorni, pesa solo venticinque grammi >>, precisò ancora Andrea.
<< Venticinque grammi sono proprio un nonnulla ... >> commentai.


Spero che questo estratto vi abbia incuriosito, se così non fosse, passo la palla al prossimo blog, Libro Fatato, che proverà a solleticare la vostra curiosità con un bellissimo articolo sui "Ricci famosi sul Web".
Io vi do appuntamento al prossimo Blog Tour.

3 commenti:

  1. Questo libro mi incuriosisce molto e sia sinossi che incipit mi sembrano promettere una bellissima lettura..mi sa che dovrò proprio aggiungerlo alla mia TBR..! ^^
    Poi i ricci sono musettini troppo teneri...li vedo ogni tanto fuori in giardino e oltre a essere tenerini mangiano di tutto, diciamo che vanno anche molto d'accordo col gatto quindi sono i benvenuti e sono molto curiosa di leggere questa storia! :)

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    1. I miei cani invece non vanno per niente d'accordo con i ricci.
      Sono animaletti così semplici e tranquilli che non si può non adorarli.
      Non vedo l'ora di leggere il libro!

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  2. Che caruccio il riccio! ** Avevo già letto recensioni su questo libro e direi che mi ispira! :3

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